ROMA – Seppure con tutte le opportune cautele sembra proprio che il Superbonus abbia favorito l’innalzamento del prodotto interno lordo italiano. E’ quanto emerge da un recente importante studio svolto da Nomisma su commissione dell’Associazione Nazionale Costruttori edili della regione Emilia Romagna. Le risultanze sono state presentate nel corso di un convegno svolto Bologna sul tema “C’è transizione senza Superbonus?”
Nomisma ha calcolato che il Superbonus ha generato un valore economico di 124,8 miliardi di euro, pari al 7,5% del Prodotto Interno Lordo (PIL) del Paese, e prevede che, per ogni beneficiario, l’investimento genererà un risparmio annuo medio in bolletta di 500 euro.
Dal punto di vista dell’impatto ambientale, Nomisma ritiene che il Superbonus contribuisca alla transizione ecologica. I dati diffusi rilevano che ha già consentito di contenere in maniera significativa l’impronta ecologica dei cantieri con una riduzione di 979mila tonnellate di CO2, pari ad un risparmio di CO2 del 46,4% con 3 salti di classe energetica.
Il Superbonus, continua Nomisma, sta rappresentando quasi il 50% dell’incremento di potenza rinnovabile (fotovoltaico/pannelli solari) installata sul parco immobiliare italiano in termini di numero di interventi: grazie a tale strategia, sono stati immessi in consumo 106 milioni di kW annui di energie rinnovabili, con una previsione di inserimento di ulteriori 37 milioni per i cantieri ancora in attivazione.
Nomisma sottolinea che il Superbonus opera esclusivamente sul patrimonio immobiliare esistente, producendo effetti positivi sul contenimento di consumo di suolo e minori investimenti sulla realizzazione di servizi e infrastrutture collegate: il risultato di questi vantaggi è quantificabile in 15,3 miliardi di euro complessivi.
L’analisi di Nomisma analizza anche l’impatto sociale del Superbonus: 38,7 miliardi di euro già investiti hanno comportato un aumento di occupazione nel settore delle costruzioni per un totale di 634mila occupati. Per quanto riguarda le famiglie, nonostante alcune evidenze mostrino che la misura abbia favorito in media i ceti medio-alti, 483mila famiglie con reddito medio-basso (sotto i 1.800 euro) hanno avuto l’occasione di effettuare lavori di riqualificazione energetica profonda alla propria abitazione a costo zero: le azioni di riqualificazione.